Riflessione sull'esito elettorale a metà tra l'aritmetica e la democrazia rappresentativa.
Fernando Ferioli è il nuovo Sindaco di Finale Emilia e a lui rivolgo i miei più sinceri auguri di buon lavoro, perché ne ha parecchio bisogno se vuole sistemare le macerie che la giunta di cui ha fatto parte ha lasciato ai finalesi.
La domanda che pongo è ora la seguente: chi rappresenta Ferioli? La domanda non è provocatoria e non nasconde nemmeno una supponenza che sarebbe davvero fuori luogo. La domanda è lo spunto per un’analisi a metà tra l’aritmetica e la democrazia rappresentativa.
Fernando Ferioli è stato eletto Sindaco dopo il ballottaggio alla guida di una colazione che al primo turno ha totalizzato il 45.99% dei consensi su un elettorato pari al 74.63% degli elettori.
Il nuovo consiglio comunale è formato da 17 componenti compreso il sindaco, di cui 11 attribuiti alla maggioranza (8 assegnati al Pd e 3 alla lista civica Ferioli Sindaco, attribuendo in quota a questo gruppo consiliare il Sindaco senza appartenenza partitica) e 6 alla opposizione (3 al PdL, 2 alla Lega Nord, più il candidato Sindaco Poletti).
Numeri che, per una corretta analisi, devono essere integrati con i seguenti: il Pd raggiunge una percentuale del 35.42%, mentre la lista civica legata al nome di Ferioli del 8.89%; nel campo dell’opposizione il PdL ottiene il 17.51% e la Lega Nord il 14.01%.
Risulta quindi un quadro in cui Finale Emilia è governata da 2 gruppi consiliari che assieme rappresentano il 44.31% degli elettori, mentre l’opposizione istituzionale rappresenta il 31.51% dei finalesi. Complessivamente le forze politiche che siedono in consiglio rappresentano il 75.82% dei votanti al primo turno: Un dato che ci consegna un consiglio comunale che esclude il 25% degli elettori (di cui circa un 15% in rappresentanza di candidati sindaci alternativi ai due che sono andati al ballottaggio) e non rappresenta le reali forze politiche presenti nella società. È bene infatti ricordare che il premio di maggioranza assegna al vincitore il 60% dei seggi determinando, nel caso di Finale, una maggioranza istituzionale sovra-rappresentata di oltre 15% rispetto alla proprio forza reale. Il tutto alle spalle di chi ha fatto campagna elettorale, ha preso voti, ma non trova una rappresentanza istituzionale.
Ora a me sorge spontanea una domanda. Perché il 25% dei votanti non sono rappresentati? Da cosa dipende questo “scippo” della rappresentanza politica degli elettori?
La risposta sta nel taglio del 20% dei componenti il consiglio comunale voluto da questo Governo per abbattere, demagogicamente, i costi della politica.
Il risultato è che con il taglio del 20% dei consiglieri è stata varata, con il complice silenzio della minoranza parlamentare, una vera e propria riforma elettorale che introduce una soglia di sbarramento naturale di circa il 7% per aspirare ad eleggere un consigliere comunale nei banchi della minoranza e di circa il 5% nei banchi della maggioranza. Percentuali altissime, se consideriamo che per accedere al Parlamento occorre superare una soglia di sbarramento del 4%, che poi non impedisce ai parlamentari eletti di vendersi come al mercato delle vacche e creare gruppi parlamentari ridicoli (che oggi si chiamano responsabili...) senza alcuna rappresentanza territoriale, ma ben vicini alle prebende del padrone di turno.
Percentuali di sbarramento utili a introdurre forzosamente il bipolarismo anche nei consigli comunali, proprio lì dove c’è la partecipazione più disinteressata alla gestione della cosa pubblica, e meno onerosa per le tasche dei cittadini.
Percentuali di sbarramento utili a tagliare le forze politiche che si presentano con proposte alternative a quelle rappresentate da Pd, PdL, Lega Nord, che molte, troppe volte, litigano sui dettagli ma condividono lo stesso modello di sviluppo, di politica macroeconomica, di gestione privatistica dei beni comuni, di politica estera guerrafondaia in disobbedienza alla Costituzione.
O, venendo a Finale, un sistema elettorale utile a tagliare chi, (Sinistra per Finale e M5S che assieme segnano un 8.55%), contrasta i progetti voluti da Pd, PdL, Lega Nord di realizzare l’autostrada cispadana, l’inceneritore a Massa Finalese o l’ecomostro sulla panaria bassa.
Qualcuno potrà obiettare che il taglio dei consiglieri permette di ottenere un notevole risparmio di spesa: niente di più falso e demagogico. Un consigliere comunale “costa” 25€ a seduta di Consiglio o di commissione, risorse economiche con le quali una forza politica non si paga nemmeno le telefonate per condividere opinioni e idee sui problemi in campo.
La mia opinione è che anziché tagliare i costi della politica si sia tagliata la democrazia, e questo non è un problema mio o di Sinistra per Finale, è un problema della democrazia e della rappresentanza.
Detto questo, Sinistra per Finale Emilia andrà avanti con più determinazione di prima, perché il 5% degli elettori che ci ha votato merita di essere rappresentato attraverso le nostre proposte per fare di Finale Emilia un Comune virtuoso. Proposte che faremo pervenire alla nuova Giunta non appena si sarà insediata.
Stefano Lugli
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