Chiudete gli occhi e pensate al parco Ferrari, immaginate forse una piscina o piuttosto un’area verde e un bosco?
Quindi, cosa fare al parco Ferrari? Un parco! Il parco Ferrari di Modena è da mesi al centro di una forte discussione che contrappone da un lato la proposta della giunta comunale di realizzare nel parco una piscina con annessi servizi commerciali e dall’altro una serie di proposte alternative, fra le quali quella avanzata dalla Federazione della Sinistra di Modena congiuntamente al gruppo consiliare Sinistra per Modena. Queste proposte saranno concentrate nell’istruttoria pubblica organizzata dal Comune di Modena sotto la pressione di una città che vuole discutere pubblicamente e collettivamente il futuro del proprio territorio. L'istruttoria partirà il 28 giugno e tutti i contributi emersi saranno consegnati al Consiglio comunale di Modena.
Di seguito la proposta di un parco della memoria cittadina che Federazione della Sinistra di Modena e il gruppo consiliare Sinistra per Modena avanzano per il parco Ferrari di Modena.
Non abbiamo la pretesa di presentare la soluzione migliore, vogliamo solo portare il nostro contributo, un'idea, un possibile percorso, da valutare assieme agli altri in un istruttoria decisionale che auspichiamo sia realmente ampia e partecipata.
La nostra proposta ha principalmente due obiettivi:
1. Utilizzare le aree del Parco Ferrari attualmente non attrezzate per estendere l’area destinata a verde pubblico. Piantare quindi altri alberi ed altri cespugli invece di realizzare una piscina, con relative dotazioni in parcheggi ed infrastrutture. Non vogliamo discutere in questa sede sulla necessità o meno di una nuova piscina nella nostra città, diciamo solo che comunque non è questo il luogo adatto. Riten
iamo più importante completare ed ampliare il parco, perché in quest’area, a ridosso del centro, riteniamo sia più utile avere più verde e più ossigeno, invece che altro asfalto ed altro cemento.
2. Il secondo obiettivo consiste nel realizzare questa porzione con il coinvolgimento sia economico che gestionale dei cittadini interessati. Un coinvolgimento che consenta da un lato di avere una frequentazione del parco motivata e qualificata, dall’altro di contenere i costi di finanziamento da parte della Amministrazione Comunale.
Proponiamo quindi che si vada ad ampliare il parco, consentendo a chi ne farà richiesta di abbinare ad una pianta il ricordo di una persona, apponendovi un cartello che ne riporti il nome, una foto, ed eventualmente una piccola frase che possa mantenerne o ravvivarne la memoria.
Potrebbero essere persone che hanno vissuto nei quartieri vicini o che hanno comunque avuto occasione nella loro vita di frequentare il parco stesso. Ma le motivazioni per ricordare una persona potrebbero essere anche altre, solo per fare due esempi, potrebbero essere i nostri caduti sul lavoro o persone che hanno svolto a vario titolo attività sociali e di volontariato. Oppure potrebbe non esserci una motivazione particolare, ma soltanto il desiderio di un parente o di un amico di ricordare una persona. L'abbinamento potrà essere richiesto da chi si farà anche carico di adottare la relativa pianta, sostenendone in parte od in toto le spese, e seguendola nel tempo.
Tale adozione sarà motivo e garanzia di frequentazione di questa porzione del parco, che sarà così un parco vivo e partecipato, sentito come appartenente davvero a chi lo frequenterà. Ovviamente la cartellonistica dovrà essere omogenea, e concordata con l'amministrazione comunale. Anche la scelta della pianta e la sua ubicazione dovranno essere concordate con l’amministrazione, ma senza rigidità: chi adotterà la pianta e ne sosterrà le spese potrà, se vuole, fare delle proposte che saranno valutate al fine di inserirle in un disegno complessivo. Per questo vi dovrà essere un progetto che indirizzi la nascita e lo sviluppo di questa porzione del parco, coerente con le parti già realizzate, e con eventuali elementi paesaggistici ed arredi che l’amministrazione riterrà opportuno inserire (ad esempio riprendendo spunti delle progettazioni precedenti).
Per quanto riguarda le piante si potranno individuare dei temi sia nella scelta botanica che nel sesto d’impianto. Ad esempio si potrebbero dedicare alcuni lotti alle piante da frutto, privilegiando le varietà locali che vanno scomparendo e che potrebbero essere così recuperate ed i cui frutti potrebbero in parte essere raccolti da chi le ha adottate. Molte piante da frutto inoltre sono piante con fioritura ben evidente (essendo ad impollinazione entomofila), cosa che ne accresce il valore paesaggistico. Basti pensare allo spettacolo che rappresentavano una volta i grandi alberi da frutto della Valle dei Ciliegi a Vignola.
Inoltre si potrebbe pensare alla messa a dimora di filari di Pioppi cipressini, recuperando in tal modo un altro elemento storico e paesaggistico tipico della nostra pianura.
Per quanto riguarda la sostenibilità economica riteniamo l’operazione praticabile senza la necessità di investimenti particolarmente onerosi per l’amministrazione comunale. Vediamo quindi i dati tecnici, ipotizzando una realizzazione del parco per stralci. Già con un minimo di 30 – 40 alberi è possibile intervenire coprendo quasi totalmente le spese d’impianto, con una cifra a pianta che non dovrebbe superare i 200 euro, prevedendo con tale importo:
· la piantumazione, partendo da piante col tronco del diametro di 10 – 12 cm (dimensioni maggiori danno meno garanzie di attecchimento)
· se necessario apporto di terriccio, compost o ammendante nella fase di messa a dimora · irrigazione per i primi 3 anni e garanzia di sostituzione in caso di mancato attecchimento.
La eventuale predisposizione di punti di presa per l'acqua non potrà che facilitare agli operatori o a chi ha adottato la pianta l'effettuazione di interventi di irrigazione nei momenti critici (ad esempio periodi particolarmente siccitosi).
L’area oggetto dell’intervento è di 55.400 mq.
A) Considerando una distanza media di 8 metri fra ogni albero possiamo stimare la possibilità di mettere a dimora circa 155 piante per ettaro, per un totale di circa 850 alberi ad alto fusto.
B) Per altre essenze, come il Carpino, l'Acero campestre o gli alberi da frutto, si possono calcolare distanze di 6 metri , con una densità in questo caso di 270 piante per ettaro, per un totale di 1480 piante.
C) Distanze ancora più ridotte possono essere utilizzate nella disposizione a filari o con le essenze arbustive. Ad esempio la tipica siepe frangivento nei viali di campagna era formata su ogni lato del sentiero da un doppio filare di pioppi cipressini, distanti fra loro solo un paio di metri.
Possiamo quindi ragionevolmente stimare la possibilità di mettere a dimora almeno 1.000 - 1.200 alberi, con una spesa in toto o in parte a carico dei cittadini che faranno richiesta di partecipare al progetto. Se poi si ritenesse opportuno aumentare il numero di piante (ad esempio in caso di molte richieste) si potrebbe anche prevedere di ampliare l'area d'intervento.
Resterà a carico dell’amministrazione la sola realizzazione di sentieri, opere di illuminazione e punti per le prese d’acqua. Per tali opere si potrà intanto ricorrere ai 200.000 euro/anno già previsti dal bilancio comunale per la Riqualificazione del Parco.
Ovviamente un simile progetto si regge sul presupposto che da parte della amministrazione comunale e di quartiere vi sia la disponibilità a dialogare coi cittadini che vorranno aderire, ma siamo convinti che non manchino all’interno dell’Ente risorse umane qualificate ed all’altezza del compito.
Federazione della Sinistra
Sinistra per Modena
Le foto che vedete sono scattate nel parco Ferrari di Modena in diversi periodi dell'anno.
Le foto che vedete sono scattate nel parco Ferrari di Modena in diversi periodi dell'anno.
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