Alluvione e sanità
L’alluvione, con la conseguente
chiusura per diversi giorni della Panaria bassa e della Canaletto, ha messo in
evidenza tutti i limiti di una programmazione sanitaria provinciale sbilanciata
sulla parte sud della Provincia. I finalesi ricorderanno che pochi mesi prima
del terremoto venne approvata una nuova programmazione sanitaria che
depotenziava ancora una volta gli ospedali dei Comuni modenesi per concentrare
ulteriori servizi a Baggiovara. Quella programmazione era sbagliata già prima
del sisma e i Sindaci dell’Area Nord avrebbero dovuto rivederla dopo che il terremoto
ha colpito pesantemente gli ospedali di Finale, Mirandola e Carpi con la
conseguente riduzione di ulteriori funzioni sanitarie. Oggi i servizi sanitari
sono sempre più distanti da Finale Emilia che, lo ricordiamo al Sindaco, è il
Comune della provincia più lontano dai principali ospedali.
Chiediamo a Fernando Ferioli e agli altri Sindaci della bassa modenese
di rivedere la programmazione sanitaria, perché i Comuni dell’Area Nord e
del carpigiano meritano un ospedale moderno, efficiente e facilmente
raggiungibile, al pari di tutti gli altri cittadini modenesi.
Alluvione e maxidiscarica
Nei giorni in cui si temeva che
l’alluvione arrivasse imponente anche a Finale Emilia è salita la
preoccupazione che l’acqua invadesse anche la discarica, con gravi conseguenze
ambientali. Un’eventuale inondazione avrebbe infatti provocato lo spargimento
del percolato, il liquido tossico prodotto dall’accumulo dei rifiuti. Il
rischio esondazione e il mancato rispetto della normativa che indica come territori
inidonei ad ospitare discariche le aree esondabili (e Finale rientra tra
queste) li abbiamo scritti nero su bianco nelle motivazioni inviate a Comune e
Provincia per fermare il maxi ampliamento della discarica.
Invitiamo perciò, ancora una volta, il Sindaco a ritirare il progetto
di maxi ampliamento della discarica.
Alluvione e Autostrada Cispadana
Fra le tante motivazioni di
contrarietà all’Autostrada Cispadana inviate al Ministero dell’Ambiente ce n’è
una, a firma di Legambiente, in cui - prima che avvenisse l’alluvione - si
denunciava il rischio dell’effetto “barriera” che un’opera progettata con il
95% del suo tracciato in rilevato (cioè ad un’altezza media di circa 2,5 metri dal piano campagna) può
rappresentare in caso di esondazione di uno dei fiumi incontrati dal suo
passaggio. In caso di alluvione del Secchia o del Panaro nei pressi della
futura autostrada questa si trasforma in un argine naturale rallentando notevolmente
il deflusso delle acque.
Anche per questo continuiamo a chiedere lo stop di questa
inutile e onerosa grande opera.
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