Per cambiare l'Europa succube dei poteri finanziari alcuni intellettuali italiani hanno lanciato la proposta di una lista della società civile per le
europee che candidi Alexis Tsipras alla Presidenza della Commissione Europea di
Bruxelles.
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Alexis Tsipras, era già stato candidato alla Presidenza della Commissione europea dal Partito della Sinistra Europea, che raccoglie partiti socialisti e comunisti europei. In Italia aderisce al partito della Sinistra Europea il Partito della Rifondazione Comunista.
L'Europa al bivio. Con Tsipras una lista autonoma della società civile
Appello
di Andrea Camilleri, Paolo
Flores d’Arcais, Luciano Gallino,
Marco Revelli, Barbara
Spinelli e Guido VialeL’Europa
è a un bivio, i suoi cittadini devono riprendersela. Dicono i
cultori dell’immobilità che sono solo due le risposte al male che
in questi anni di crisi ha frantumato il progetto d’unità nato a
Ventotene nell'ultima guerra, ha spento le speranze dei suoi popoli,
ha risvegliato i nazionalismi e l’equilibrio fra potenze che la
Comunità doveva abbattere. La prima risposta è di chi si compiace:
passo dopo passo, con aggiustamenti minimi, l’Unione sta guarendo
grazie alle terapie di austerità. La seconda risposta è
catastrofista: una comunità solidale si è rivelata impossibile,
urge riprendersi la sovranità monetaria sconsideratamente
sacrificata e uscire dall’Euro. Noi siamo convinti che ambedue le
risposte siano conservatrici, e proponiamo un’alternativa di tipo
rivoluzionario. È nostra convinzione che la crisi non sia solo
economica e finanziaria, ma essenzialmente politica e sociale. L’Euro
non resisterà, se non diventa la moneta di un governo democratico
sovranazionale e di politiche non calate dall'alto, ma discusse a
approvate dalle donne e dagli uomini europei. È nostra convinzione
che l’Europa debba restare l’orizzonte, perché gli Stati da soli
non sono in grado di esercitare sovranità, a meno di chiudere le
frontiere, far finta che l’economia-mondo non esista, impoverirsi
sempre più. Solo attraverso l’Europa gli europei possono
ridivenire padroni di sé.
Per questo facciamo nostre le
proposte di Alexis Tsipras, leader del partito unitario greco Syriza,
e nelle elezioni europee del 25 maggio lo indichiamo come nostro
candidato alla presidenza della Commissione Europea. Il suo paese, la
Grecia, è stato utilizzato come cavia durante la crisi ed è stato
messo a terra: in quanto tale è nostro portabandiera. Tsipras ha
detto che l’Europa, se vuol sopravvivere, deve cambiare
fondamentalmente. Deve darsi i mezzi finanziari per un piano Marshall
dell’Unione, che crei posti di lavoro con comuni piani di
investimento e colmi il divario tra l’Europa che ce la fa e
l’Europa che non ce la fa, offrendo sostegno a quest’ultima. Deve
divenire unione politica, dunque darsi una nuova Costituzione:
scritta non più dai governi ma dal suo Parlamento, dopo un'ampia
consultazione di tutte le organizzazioni associative e di base
presenti nei paesi europei.
Deve respingere il fiscal compact
che oggi punisce il Sud Europa considerandolo peccatore e
addestrandolo alla sudditanza, e che domani punirà, probabilmente,
anche i paesi che si sentono più forti. Al centro di tutto, deve
mettere il superamento della disuguaglianza, lo stato di diritto, la
comune difesa di un patrimonio culturale e artistico che l’Italia
ha malridotto e maltrattato per troppo tempo. La Banca centrale
europea dovrà avere poteri simili a quelli esercitati dalla Banca
d'Inghilterra o dalla FED, garantendo non solo prezzi stabili ma lo
sviluppo del reddito e dell'occupazione, la salvaguardia
dell'ambiente, della cultura, delle autonomie locali e dei servizi
sociali, e divenendo prestatrice di ultima istanza in tempi di
recessione. Non dimentichiamo che la Comunità nacque per debellare
le dittature e la povertà. Le due cose andavano insieme allora, e di
nuovo oggi.
Oggi abbiamo di fronte una grande questione
ambientale di dimensioni planetarie, che può travolgere tutti i
popoli, e un insieme di politiche tese a svalutare il lavoro, mentre
una corretta politica ambientale può essere fonte di nuova
occupazione, di redditi adeguati, di maggiore benessere e di
riappropriazione dei beni comuni. È il motivo per cui contesteremo
duramente il mito della crescita economica così come l’abbiamo fin
qui conosciuta. Esigeremo investimenti su ricerca, energie
rinnovabili, formazione, trasporti comuni, difesa del patrimonio
culturale. Sappiamo che per una riconversione così vasta avremo
bisogno di più, non di meno Europa.
Proprio come Tsipras dice
riferendosi alla Grecia, in Italia tutto questo significa rimettere
in questione due patti-capestro. Primo, il fiscal compact: il
pareggio di bilancio che esso prescrive è entrato proditoriamente
nella nostra costituzione, l’Europa non ce lo chiedeva, limitandosi
a indicare sue «preferenze». Secondo, il patto di complicità che
lega il nostro sistema politico cleptocratico alle domande dei
mercati: chiediamo una politica di contrasto contro le mafie, il
riciclaggio, l’evasione fiscale, la protezione e l’anonimato di
capitali grigi, la corruzione, in un’Europa dove non sia più
consentito opporre il segreto bancario alle indagini della
magistratura. Significa infine difendere la Costituzione nata dalla
Resistenza, e non violarne i principi base come suggerito dalla JP
Morgan in un rapporto del 28 maggio 2013, cui i governanti italiani
hanno assentito col loro silenzio. Significa metter fine ai morti nel
Mediterraneo: i migranti non sono un peso ma il sale della crescita
diversa che vogliamo. Significa darsi una politica estera, non più
al rimorchio di un paese– gli Stati Uniti– che perde potenza ma
non prepotenza. La pax americana produce guerre, caos, stati di
sorveglianza. È ora di fondare una pax europea.
Le larghe
intese, le rifiutiamo in Italia e in Europa: sono fatte per
conservare l’esistente. Per questo diciamo no alla grande
coalizione parlamentare che si prepara fra socialisti e democristiani
europei, presentandoci alle elezioni di maggio con una piattaforma di
sinistra alternativa e di rottura. Nostro scopo: un Parlamento
costituente, che si divida fra immobilisti e innovatori. Siamo sicuri
fin d’ora che gran parte dei cittadini voglia proprio questo: non
l’Unione mal ricucita, non la fuga dall’Euro, ma un’altra
Europa, rifatta alle radici. La chiediamo subito: il tempo è scaduto
e la casa di tutti noi è in fiamme, anche se ognuno cercasse rifugio
nella sua tana minuscola e illusoria.
Questo è l’orizzonte.
A partire da qui avanziamo la proposta di dare vita in Italia a una
lista che alle prossime elezioni europee faccia valere i principi e i
programmi delineati.
Una lista promossa da movimenti e
personalità della società civile, autonoma dagli apparati
partitici, che sia una risposta radicale alla debolezza italiana. Una
lista composta in coerenza con il programma, che candidi persone,
anche con appartenenze partitiche, che non abbiano avuto incarichi
elettivi e responsabilità di rilievo nell’ultimo decennio.
Una
lista che sostiene Tsipras ma non fa parte del Partito della Sinistra
Europea che lo ha espresso come candidato. I nostri eletti siederanno
nell’europarlamento nel gruppo con Tsipras (GUE-Sinistra Unitaria
europea). Una lista che potrà essere sostenuta, come nel referendum
acqua, dal più grande insieme di realtà organizzate e che non si
manterrà con i rimborsi elettorali.
Una lista che con Tsipras
candidato mobiliti cittadine e cittadini verso un’Altra
Europa.
Andrea Camilleri
Paolo Flores d’Arcais
Luciano
Gallino
Marco Revelli
Barbara Spinelli
Guido Viale
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