Condividiamo l'appello "Finale Emilia: è necessario il cambiamento" per una lista civica di sinistra in vista delle prossime elezioni amministrative promosso da L'Altra Finale Emilia.
FINALE EMILIA: È NECESSARIO IL CAMBIAMENTO
A Finale Emilia è necessario il
cambiamento: occorre scongiurare la possibilità che siano confermati
coloro che hanno ridotto Finale Emilia nelle condizioni in cui si trova, e noi stiamo lavorando per dare ai finalesi la speranza di un
nuovo futuro.
Vogliamo attivare un laboratorio per la nascita di un’ampia coalizione
civica larga democratica e di sinistra capace di aggregare chi in questi anni
ha contrasto le scelte di questa giunta di centro sinistra e i tanti che oggi
si trovano delusi dal Pd. Una palestra di idee dove praticare realmente
partecipazione e democrazia.
Per quanto ci riguarda ci
impegniamo a lavorare per presentare una lista
civica per le elezioni di giugno capace di attuare un programma di governo,
una squadra di uomini e donne e un* candidat* sindac* all’altezza del compito
che ci proponiamo.
Una lista civica di sinistra fondata sui valori di uguaglianza,
pace, cultura e avanzamento sociale. Capace
di coniugare ambiente, diritti e lavoro, e in cui la democrazia partecipata è
la strada maestra.
Una lista civica di sinistra in grado di contrastare a livello
locale il renzismo dominante fatto di
modesti amministratori dell’esistente e incapaci di programmare il futuro delle
prossime generazioni. Uomini soli al comando che sono la moderna versione del
berlusconismo sotto rinnovate spoglie.
Finale Emilia ha un disperato
bisogno di trasparenza politica e di giustizia sociale: se nei prossimi
cinque anni non saremo in grado di restituire dignità alle istituzioni, rispetto per la politica, fiducia negli amministratori e
un colossale mutamento di rotta nel governo della comunità, ci ritroveremo a vivere in una città-dormitorio
di pendolari e disagiati. E noi non lo vogliamo.
Cinque anni fa il Sindaco Ferioli
si è presentato con una forte carica innovativa: purtroppo, alla prova dei
fatti, le scelte sue e della maggioranza di centro sinistra che lo ha
sostenuto, non sono state affatto innovative, anzi, sono risultate in perfetta
continuità con le politiche economiche e ambientali sbagliate degli anni
precedenti.
La crisi economica si è abbattuta
con tutta la sua forza anche su Finale Emilia, dove la disoccupazione colpisce soprattutto i giovani e le donne,
in un contesto di isolamento che ha tagliato fuori Finale Emilia dai nuovi poli
produttivi innovativi che la Regione ha sostenuto dopo il sisma. Mettere Finale
Emilia in condizione di cogliere le opportunità per una buona occupazione è la
prima cosa che un buon Sindaco deve fare.
Sul versante ambientale il progetto di maxi ampliamento
della discarica giace ancora sui tavoli della Provincia. Sta per entrare in funzione l’inceneritore all’ex zuccherificio,
progetto che abbiamo tentato più volte di fermare con esposti e diffide. E che,
insieme al pennacchio di fumo che esce dalla ciminera dell’Ecobloks, è la
cartina di tornasole delle promesse tradite e di una politica che considera
il territorio merce da vendere al miglior offerente.
Il terremoto ha danneggiato le vite, le case, le fabbriche,
l’ospedale, i monumenti. In più, a darci quella percezione di città che sta
per morire, sono state le scelte di un’Amministrazione che non ha saputo trasformare la disgrazia che ci
ha colpito in un’opportunità di
miglioramento architettonico e urbanistico. All’attivismo dell’emergenza
non è seguita un’adeguata politica
della ricostruzione.
La facciata dell’ospedale ci ricorda ogni giorno che i lavori sono
fermi, il centro sportivo è ancora un cumulo di macerie, le transenne avvolgono
il Municipio e il Teatro dal 20 maggio 2012. Molte attività commerciali hanno
chiuso o si sono spostate in periferia, con conseguente desertificazione del
centro storico. Buona parte degli uffici comunali è ancora sistemata in
modo precario presso le ex Corni, con forti disagi sia per gli operatori che per gli utenti, a testimoniare il
ritardo accumulato nel lungo cammino verso la normalità. Il percorso della ricostruzione partecipata è stato una
grande presa in giro. Queste sono le
fotografie dell’immobilismo in cui versa la ricostruzione pubblica a
quattro anni da quei tragici eventi.
Poi c’è stato il secondo
terremoto, quello dell'arresto del Responsabile dei lavori lubblici, degli ispettori antimafia in
Municipio le cui indagini hanno portato alla richiesta di scioglimento del
Comune. Un’onta che sarà difficile da lavare, per le palesi responsabilità
politiche del Sindaco e perché il mancato scioglimento del Comune si è
trasformato in un commissariamento di fatto dell’Ente, con gli uffici che
ogni settimana devono rendere conto al Prefetto di ciò che fanno. Unico caso in
Emilia Romagna di Comune commissariato all’insaputa del Sindaco.
Finale Emilia si trova quindi di fronte a un impoverimento complessivo del suo tessuto economico e sociale, con una
ricostruzione azzoppata dall’assenza di programmazione e senza alcuna strategia
di uscita da questa situazione. E se un’Amministrazione
non è capace di garantire i propri cittadini su salute, lavoro, economia e
ambiente, pensiamo che sia necessario il cambiamento.
Vogliamo un Sindaco che sia un
buon amministratore, unica garanzia
per dare a Finale Emilia un’Amministrazione
dedita al bene comune e la speranza di un nuovo futuro. Nient’altro che
questo.
L’Altra Finale Emilia
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