L’obbligo alla privatizzazione dei
servizi pubblici locali (acqua, ma anche trasporti e gestione dei rifiuti)
previsto dalla cosiddetta manovra bis che il Governo Berlusconi adottò
nell’agosto 2011, sotto esplicita dettatura della BCE, è una chiara violazione
della democrazia costituzionale poiché contrasta con il voto referendario della
maggioranza del popolo italiano. Era chiaro ed evidente e la Corte
Costituzionale con la sua netta sentenza l’ha giustamente ribadito!
Con il famigerato articolo 4 del
DL.138 cadono pertanto tutte le norme successive finalizzare ad accelerare la
spinta alla privatizzazioni. Disposizioni diabolicamente ordite da Mario Monti
e dai sui zelanti ministri, come quel Vittorio Grilli che ora deve rimangiarsi
i truci propositi, annunciati quattro giorni or sono, di svendere ai privati
beni servizi pubblici locali per 20 miliardi l’anno. Cadono infine anche gli
alibi e i miseri pretesti con cui sindaci e amministratori locali infatuati del
mercato, tanto di destra come Alemanno quanto di centro sinistra come Fassino,
continuano a privatizzare quote delle proprie aziende pubbliche o ad assemblare
sciagurate “multi utility” sulla pelle dei propri cittadini che hanno detto con
chiarezza cosa ne pensano il 12 e 13 giugno di appena un anno fa.
Massimo Rossi - Portavoce nazionale Federazione
della Sinistra
Grande vittoria dei movimenti, la Corte Costituzionale fa saltare le privatizzazioni di acqua e servizi pubblici locali
Oggi, 20 Luglio, la Corte Costituzionale restituisce la voce ai cittadini italiani e la democrazia al nostro Paese.
Lo fa dichiarando incostituzionale, quindi inammissibile, l'articolo 4 del decreto legge 138 del 13 Agosto 2011, con il quale, il Governo Berlusconi, calpestava il risultato referendario e rintroduceva la privatizzazione dei servizi pubblici locali. Questa sentenza blocca anche tutte le modificazioni successive, compresa quelle del Governo Monti.
Lo fa dichiarando incostituzionale, quindi inammissibile, l'articolo 4 del decreto legge 138 del 13 Agosto 2011, con il quale, il Governo Berlusconi, calpestava il risultato referendario e rintroduceva la privatizzazione dei servizi pubblici locali. Questa sentenza blocca anche tutte le modificazioni successive, compresa quelle del Governo Monti.
La sentenza esplicita chiaramente il
vincolo referendario infranto con l'articolo 4 e dichiara che la legge
approvata dal Governo Berlusconi violava l'articolo 75 della
Costituzione. Viene confermato quello che sostenemmo un anno fa, cioè
come quel provvedimento reintroducesse la privatizzazione dei servizi
pubblici e calpestasse la volontà dei cittadini.
La sentenza ribadisce con forza la
volontà popolare espressa il 12 e 13 giugno 2011 e rappresenta un monito
al Governo Monti e a tutti i poteri forti che speculano sui beni
comuni. Dopo la straordinaria vittoria referendaria costruita dal basso,
oggi è chiarito una volta per tutte che deve deve essere rispettato
quello che hanno scelto 27 milioni di italiani: l'acqua e i servizi
pubblici devono essere pubblici.
Si scrive acqua, si legge democrazia!
Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua
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