venerdì 20 luglio 2012

LA CORTE COSTITUZIONALE FA SALTARE LA PRIVATIZZAZIONE DEI SERVIZI PUBBLICI LOCALI

L’obbligo alla privatizzazione dei servizi pubblici locali (acqua, ma anche trasporti e gestione dei rifiuti) previsto dalla cosiddetta manovra bis che il Governo Berlusconi adottò nell’agosto 2011, sotto esplicita dettatura della BCE, è una chiara violazione della democrazia costituzionale poiché contrasta con il voto referendario della maggioranza del popolo italiano. Era chiaro ed evidente e la Corte Costituzionale con la sua netta sentenza l’ha giustamente ribadito!
Con il famigerato articolo 4 del DL.138 cadono pertanto tutte le norme successive finalizzare ad accelerare la spinta alla privatizzazioni. Disposizioni diabolicamente ordite da Mario Monti e dai sui zelanti ministri, come quel Vittorio Grilli che ora deve rimangiarsi i truci propositi, annunciati quattro giorni or sono, di svendere ai privati beni servizi pubblici locali per 20 miliardi l’anno. Cadono infine anche gli alibi e i miseri pretesti con cui sindaci e amministratori locali infatuati del mercato, tanto di destra come Alemanno quanto di centro sinistra come Fassino, continuano a privatizzare quote delle proprie aziende pubbliche o ad assemblare sciagurate “multi utility” sulla pelle dei propri cittadini che hanno detto con chiarezza cosa ne pensano il 12 e 13 giugno di appena un anno fa.
Massimo Rossi - Portavoce nazionale Federazione della Sinistra

Grande vittoria dei movimenti, la Corte Costituzionale fa saltare le privatizzazioni di acqua e servizi pubblici locali
Oggi, 20 Luglio, la Corte Costituzionale restituisce la voce ai cittadini italiani e la democrazia al nostro Paese.
Lo fa dichiarando incostituzionale, quindi inammissibile, l'articolo 4 del decreto legge 138 del 13 Agosto 2011, con il quale, il Governo Berlusconi, calpestava il risultato referendario e rintroduceva la privatizzazione dei servizi pubblici locali. Questa sentenza blocca anche tutte le modificazioni successive, compresa quelle del Governo Monti.
La sentenza esplicita chiaramente il vincolo referendario infranto con l'articolo 4 e dichiara che la legge approvata dal Governo Berlusconi violava l'articolo 75 della Costituzione. Viene confermato quello che sostenemmo un anno fa, cioè come quel provvedimento reintroducesse la privatizzazione dei servizi pubblici e calpestasse la volontà dei cittadini.
La sentenza ribadisce con forza la volontà popolare espressa il 12 e 13 giugno 2011 e rappresenta un monito al Governo Monti e a tutti i poteri forti che speculano sui beni comuni. Dopo la straordinaria vittoria referendaria costruita dal basso, oggi è chiarito una volta per tutte che deve deve essere rispettato quello che hanno scelto 27 milioni di italiani: l'acqua e i servizi pubblici devono essere pubblici.
Si scrive acqua, si legge democrazia!
Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua 

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