Ma quali misure inevitabili, ma quali ricette obbligate.
L'idea che dalla crisi si esca solo attraverso misure di austerity lacrime e
sangue è una colossale bugia. Ne sono convinti un gruppo di intellettuali, tra cui Alberto Burgio,
Luciano Gallino, Valentino Parlato e Gianni
Ferrara, che hanno lanciato un appello pubblicato da Il Manifesto.
Appello
FURTO D’INFORMAZIONE
"La politica è scontro
d'interessi, e la gestione di questa crisi economica e sociale non fa
eccezione. Ma una particolarità c'è, e configura, a nostro avviso, una grave
lesione della democrazia.
Il modo in cui si parla della
crisi costituisce una sistematica deformazione della realtà e una intollerabile
sottrazione di informazioni a danno dell'opinione pubblica. Le scelte delle
autorità comunitarie e dei governi europei, all'origine di un attacco alle
condizioni di vita e di lavoro e ai diritti sociali delle popolazioni che non
ha precedenti nel secondo dopoguerra, vengono rappresentate, non soltanto dalle
forze politiche che le condividono (e ciò è comprensibile), ma anche dai
maggiori mezzi d'informazione (ivi
compreso il servizio pubblico), come comportamenti obbligati
("non-scelte"), immediatamente determinati da una crisi a sua volta
raffigurata come conseguenza dell'eccessiva generosità dei livelli retributivi
e dei sistemi pubblici di welfare. Viene nascosto all'opinione pubblica che,
lungi dall'essere un'evidenza, tale rappresentazione riflette un punto di vista
ben definito (quello della teoria economica neoliberale), oggetto di severe
critiche da parte di economisti non meno autorevoli dei suoi sostenitori.
Così, una teoria controversa, da
molti ritenuta corresponsabile della crisi (perché concausa degli eccessi
speculativi e degli squilibri strutturali nella divisione internazionale del
lavoro e nella distribuzione della ricchezza sociale), è assunta e presentata
come autoevidente, sottraendo a milioni di cittadini la nozione della sua
opinabilità e impedendo la formazione di un consenso informato, presupposto
della sovranità democratica.
Non possiamo sottacere che, a
nostro giudizio, a rendere particolarmente grave tale stato di cose è il fatto
che la sottrazione di informazione
che riteniamo necessario denunciare coinvolge l'operato delle stesse più alte
cariche dello Stato, alle quali la Costituzione attribuisce precise funzioni di
garanzia e vincoli d'imparzialità. Tutto ciò costituisce ai nostri occhi un
attacco alla democrazia repubblicana di inaudita gravità, che ai pesantissimi
effetti materiali della crisi e di una sua gestione politica volta a
determinare una redistribuzione del potere e della ricchezza a beneficio della
speculazione finanziaria e dei ceti più abbienti assomma un furto di informazione e di conoscenza gravido di devastanti conseguenze per
la democrazia".
Alberto Burgio, Mario
Dogliani, Gianni Ferrara, Luciano Gallino, Giorgio Lunghini, Alfio Mastropaolo,
Guido Rossi, Valentino Parlato.
Nessun commento:
Posta un commento