domenica 12 maggio 2013

A UN ANNO DAL SISMA SUPERIAMO L’EMERGENZA CON LA PARTECIPAZIONE


A un anno dal sisma come forza politica non ci sottraiamo alla responsabilità di offrire al Consiglio comunale e alla città una riflessione sul difficile compito di pensare al domani, alla città che dobbiamo ricostruire e alle possibili alternative che diverse tipologie di ricostruzione potrebbero mettere in campo. Ciò che ci guida in questa riflessione è la convinzione che le trasformazioni imposte dal sisma debbano tradursi in ambienti di vita migliori di quelli che ci lasciamo alle spalle, capaci di unire i valori e le radici del nostro territorio con una modernità fatta di edifici ecocompatibili e tecnologicamente avanzati.

Per ottenere questo risultato, a nostro avviso, sono necessarie alcune condizioni:
Stop alla legislazione d’urgenza: l’emergenza ha inevitabilmente richiesto l’assunzione in tempi rapidissimi di decisioni molto importanti per il futuro della nostra comunità, come la scelta di collocare le nuove scuole in un’area periferica. Non ci permettiamo di criticare le decisioni assunte in piena emergenza, ma siamo convinti che il primo passo verso la normalità sia il ritorno ad una discussione pubblica, possibilmente trasparente e partecipata.

Partecipazione: la ricostruzione di un paese richiede una discussione collettiva su bisogni, servizi e prospettive che il nostro Comune vuole darsi. Mai come in questa occasione abbiamo bisogno che l’Amministrazione eviti le decisioni calate dall’alto per costruire invece percorsi partecipati che coinvolgano i cittadini, le associazioni e i soggetti attivi a Finale Emilia in un grande concorso di idee sul futuro del nostro paese. La Finale che costruiremo rimarrà per i prossimi secoli, ed è un compito così impegnativo che tutti devono essere messi nelle condizioni di portare idee e proposte per costruire in modo condiviso il paese che lasciamo alle prossime generazioni.

Come e dove ricostruire? Finale Emilia ha un PRG del 1999 ormai superato dagli eventi e un regolamento edilizio fermo al 2003. Non è pensabile affrontare la ricostruzione senza un disegno urbanistico a monte che definisca i luoghi da recuperare, i servizi pubblici da valorizzare e le aree da dedicare a nuove costruzioni. Il rischio che corriamo, se non si segue un filo coerente stabilito a priori, è che negli anni nasca un paese “disordinato”, che risponde non ad interessi collettivi ma bensì ad interessi speculativi e particolari. Per questo sollecitiamo l’Amministrazione ad avviare una discussione sul profilo urbanistico che immagina per Finale Emilia.
La ricostruzione, inoltre, deve essere anche un’opportunità per innovare il modo di costruire e qualificare il patrimonio produttivo e abitativo e per questo sollecitiamo, in una fase in cui si apriranno molti cantieri, la tempestiva modifica del regolamento edilizio per favorire l’introduzione delle moderne tecnologie eco-compatibili in campo residenziale e industriale.

Confidiamo che il Sindaco e il Consiglio comunale colgano queste riflessioni e diano vita al più presto a un percorso di ricostruzione partecipata che valorizzi le tante idee e competenze che sul territorio sono disponibili a mettersi al lavoro per Finale Emilia.

Stefano Lugli
Rifondazione Comunista Finale Emilia

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