venerdì 5 luglio 2013

WHITE LIST: SIANO TUTELATI I LAVORATORI DELLE AZIENDE ESCLUSE E NO AGLI APPALTI AL MASSIMO RIBASSO

Rifondazione Comunista esprime forte preoccupazione per il futuro occupazionale dei lavoratori delle ditte di costruzioni “Baraldi” e “Bianchini” recentemente escluse dalla Prefetture di Modena dalla white list della ricostruzione post sisma. Parliamo complessivamente, per le due aziende, di circa 600 lavoratori tra personale diretto e maestranze legato al loro indotto, numeri capaci di creare una vera e propria emergenza occupazionale e sociale.


Un macigno che colpisce l’edilizia locale, tra i settori che più di altri ha maggiormente pagato la crisi e che, paradossalmente, è ancora oggi in grande difficoltà nonostante la ricostruzione post sisma dia teoricamente la possibilità di aprire numerosi cantieri. Una situazione simile a quella aquilana: anche a L’Aquila l’occupazione edile locale è crollata proprio nella ricostruzione post sisma.

Non entriamo nel merito delle motivazioni che hanno portato il Prefetto ad assumere atti di tale gravità e attendiamo la conclusione delle indagini, ma avanziamo tre considerazioni e proposte:
1)      TUTELARE LAVORATORI E STRUTTURA PRODUTTIVA
Rivolgiamo un appello al Prefetto e a tutte le istituzioni affinché sia tutelato il futuro occupazionale di questi lavoratori e sia tutelata la struttura e la capacità produttiva di queste aziende del cratere sismico anche attraverso la temporanea sostituzione del gruppo dirigente con un’Amministrazione controllata in attesa che si compiono le indagini. Come per altro suggerito anche dalle organizzazioni sindacali.
La ricostruzione deve avvenire nella legalità e nella trasparenza e le aziende che stringono patti con la criminalità organizzata devono essere tenute lontane da ogni cantiere. Al tempo stesso non possono essere i lavoratori a pagare per gli errori dei gruppi dirigenti i queste aziende.
2)   STOP AGLI APPALTI AL MASSIMO RIBASSO
Chiediamo, per l’ennesima volta, che negli appalti pubblici per la ricostruzione la selezione delle ditte non avvenga tramite il massimo ribasso. È noto che i grandi ribassi d’asta e i sub appalti ad esso legati sono spesso la porta d’ingresso per le infiltrazioni mafiose e, ad esempio, scoprire che i lavori per l’ospedale di Finale Emilia sono stati assegnati con un ribasso del 36% fa sorgere più di una domanda sulle caratteristiche del cantiere, la corretta esecuzione dei lavori e la condizione di sicurezza dei lavoratori.
3)      TRASPARENZA SUI FLUSSI DI DENARO
Il pericolo che la criminalità voglia mettere le mani sulla ricostruzione è reale. Per questo suggeriamo alle istituzioni la massima trasparenza sui flussi di denaro legati alla ricostruzione pubblica e privata, anche attraverso la realizzazione di una apposita piattaforma informatica, in modo che tutti i dati sui finanziamenti siano di dominio pubblico e sia così facilmente verificabile la congruità del finanziamento rispetto ai lavori da effettuare e alle caratteristiche del cantiere.

Stefano Lugli – Segretario Prc Federazione di Modena

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