Un macigno che colpisce
l’edilizia locale, tra i settori che più di altri ha maggiormente pagato la
crisi e che, paradossalmente, è ancora oggi in grande difficoltà nonostante la
ricostruzione post sisma dia teoricamente la possibilità di aprire numerosi
cantieri. Una situazione simile a quella aquilana: anche a L’Aquila
l’occupazione edile locale è crollata proprio nella ricostruzione post sisma.
Non entriamo nel merito delle
motivazioni che hanno portato il Prefetto ad assumere atti di tale gravità e
attendiamo la conclusione delle indagini, ma avanziamo tre considerazioni e proposte:
1)
TUTELARE
LAVORATORI E STRUTTURA PRODUTTIVA
Rivolgiamo un appello al Prefetto
e a tutte le istituzioni affinché sia
tutelato il futuro occupazionale di questi lavoratori e sia tutelata la
struttura e la capacità produttiva di queste aziende del cratere sismico anche
attraverso la temporanea sostituzione del gruppo dirigente con un’Amministrazione controllata in
attesa che si compiono le indagini. Come per altro suggerito anche dalle
organizzazioni sindacali.
La ricostruzione deve avvenire
nella legalità e nella trasparenza e le aziende che stringono patti con la
criminalità organizzata devono essere tenute lontane da ogni cantiere. Al tempo
stesso non possono essere i lavoratori a
pagare per gli errori dei gruppi dirigenti i queste aziende.
2) STOP AGLI APPALTI AL MASSIMO
RIBASSO
Chiediamo, per l’ennesima volta,
che negli appalti pubblici per la
ricostruzione la selezione delle ditte non avvenga tramite il massimo ribasso.
È noto che i grandi ribassi d’asta e i sub appalti ad esso legati sono spesso
la porta d’ingresso per le infiltrazioni mafiose e, ad esempio, scoprire che i
lavori per l’ospedale di Finale Emilia sono stati assegnati con un ribasso del
36% fa sorgere più di una domanda sulle caratteristiche del cantiere, la
corretta esecuzione dei lavori e la condizione di sicurezza dei lavoratori.
3)
TRASPARENZA
SUI FLUSSI DI DENARO
Il pericolo che la criminalità
voglia mettere le mani sulla ricostruzione è reale. Per questo suggeriamo alle
istituzioni la massima trasparenza sui
flussi di denaro legati alla ricostruzione pubblica e privata, anche attraverso
la realizzazione di una apposita piattaforma informatica, in modo che tutti
i dati sui finanziamenti siano di dominio pubblico e sia così facilmente
verificabile la congruità del finanziamento rispetto ai lavori da effettuare e
alle caratteristiche del cantiere.
Stefano Lugli – Segretario Prc Federazione di Modena
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