mercoledì 16 marzo 2016

AL REFERENDUM DI DOMENICA 17 APRILE VOTA SÍ PER FERMARE LE TRIVELLE

Domenica 17 aprile in tutta Italia ci sarà un referendum abrogativo molto importante. Riguarda le trivellazioni in mare per estrarre petrolio dai fondali in un'area compresa entro 12 miglia dalle nostre coste. Perché il referendum sia valido occorre che vada a votare almeno il 50% più uno degli aventi diritto al voto e che la maggioranza dei votanti si esprima con un Sì. Rifondazione Comunista invita al voto e con questa breve scheda illustra i motivi per cui è importante votare Sì per mettere un freno alle estrazioni infinite.


AL REFERENDUM DI DOMENICA 17 APRILE VOTA SÍ PER FERMARE LE TRIVELLE
Domenica 17 aprile in tutta Italia ci sarà un referendum abrogativo molto importante. Riguarda le trivellazioni in mare per estrarre petrolio dai fondali in un'area compresa entro 12 miglia dalle nostre coste. Perché il referendum sia valido occorre che vada a votare almeno il 50% più uno degli aventi diritto al voto e che la maggioranza dei votanti si esprima con un Sì.
Rifondazione Comunista invita al voto e con questa breve scheda illustra i motivi per cui è importante votare Sì per mettere un freno alle estrazioni infinite.
CHI HA VOLUTO IL REFERENDUM DEL 17 APRILE 2016?
Il referendum è stato chiesto da 9 regioni: 2 a guida centrodestra (Veneto e Liguria) e 7 a guida PD (Marche, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria, Campania, Sardegna). Come si può notare manca l'Emilia Romagna, dove il Pd del Presidente Bonaccini ha prima cancellato lo stop alle trivellazioni su terra ferma, voluto da Errani dopo il sisma, e ha poi bocciato la richiesta di referendum sulle trivelle in mare chiesto da L’Altra Emilia Romagna e Movimento 5 Stelle in sintonia con il comitato promotore nazionale.
COSA SI CHIEDE CON IL REFERENDUM?
Si chiede di cancellare la norma che consente alle società petrolifere di estrarre gas e petrolio entro le 12 miglia marine dalle coste senza limiti di tempo. Nonostante, infatti, le società petrolifere non possano più richiedere per il futuro nuove concessioni per estrarre in mare entro le 12 miglia, le attività petrolifere già in corso non hanno più scadenza. Votando Sì al quesito si abrogherà la norma introdotta dal Governo Renzi che prevede che la scadenza dei permessi di estrazione in essere sia estesa all’infinito. Si tratta di un grave pericolo per l’ambiente e di un regalo alle compagnie petrolifere che non ha precedenti in Europa.
PERCHÉ QUESTO REFERENDUM?
Per tutelare i mari italiani, anzitutto. L’estrazione di idrocarburi è un’attività inquinante che mette a rischio l’ecosistema marino; senza considerare che i mari italiani sono mari “chiusi”, e un incidente sarebbe fonte di danni incalcolabili per l’ambiente e l’economia turistica e della pesca. Ma i danni da trivelle arrivano fino alla terra ferma con la subsidenza (l’abbassamento del terreno in corrispondenza delle strutture per l’estrazione), l’erosione delle coste e la perdita di spiagge, il cui recupero costa ogni anno enorme denaro alle casse pubbliche.
È VERO CHE SI PERDEREBBERO MOLTI POSTI DI LAVORO SE VINCE IL SÌ?
È falso. La vittoria del Sì non farebbe perdere nessun posto di lavoro, ma determina la progressiva cessazione delle attività estrattive secondo la scadenza naturale dei permessi già stabilita al momento del rilascio delle concessioni. È vero, invece, che avviare l’uscita dall’utilizzo massiccio delle fonti fossili apre ben più rilevanti opportunità di ricerca e occupazione: negli idrocarburi la produzione di lavoro e di indotto è molto basso mentre, a parità di investimento, si creano tre posti di lavoro con le rinnovabili e solo uno col petrolio.
E NEL MARE DELL’EMILIA ROMAGNA QUANTE TRIVELLE CI SONO?
La nostra Regione è quella che può trarre il maggior beneficio da una vittoria dei Sì. Il nostro mare è quello con il più alto numero di trivelle entro le 12 miglia: lungo le coste della nostra Regione ci sono 15 concessioni di estrazione per un totale di 47 piattaforme collegate a 319 pozzi di estrazione. Un numero enorme, pari quasi alla metà di tutte quelle presenti sul territorio nazionale, che però contribuisce in maniera insignificante al fabbisogno energetico italiano. Ma sono numerose anche le trivelle su terraferma, e una vittoria dei Sì aiuta anche chi si batte per l’abbandono delle perforazione in suolo. Siamo seduti su una bombola di gas, con tanti rischi, alte spese pubbliche per compensare i danni ambientali e vantaggi irrisori.

Rifondazione Comunista Finale Emilia

TUTTO QUELLO CHE C'E' DA SAPERE SUL REFERENDUM NO TRIV DI DOMENICA 17 APRILE
www.notriv.com
www.fermaletrivelle.it
Facebook: Coordinamento nazionale No Triv
Scarica il Vademecum
Scarica i materiali della campagna referendaria

Nessun commento:

Posta un commento