martedì 27 marzo 2012

DAL CONVEGNO REGIONALE DI LEGAMBIENTE: "RIPENSARE CISPADANA E BRETELLA"



Sabato 24 marzo si è tenuto a Modena un convegno promosso da Legambiente Emilia Romagna sulle nuove autostrade previste in Regione per chiedere un nuovo modello di trasporto. Sono due le nuove autostrade in programma in provincia di Modena: la bretella autostradale Campogalliano-Sassuolo e l'Autostrada Cispadana.
Riportiamo l'articolo sul convegno pubblicato dalla Gazzetta di Modena del 25 marzo 2012.

RIPENSARE CISPADANA E BRETELLA

Un modello diverso di sviluppo delle infrastrutture con arterie di collegamento commisurate alle reali esigenze del territorio e finanziate da un sistema di pedaggio diffuso a prezzi contenuti; il tutto all’interno di un sistema di trasporto integrato che non contempli più solo investimenti faraonici nella gomma, ma riprenda e rivaluti, concretamente anche sul fronte degli investimenti, la rotaia. Quindi niente bretella Campogalliano-Sassuolo, niente autostrada Cispadana, ma scelte più razionali a vantaggio del territorio. È il messaggio uscito ieri dal convegno promosso da Legambiente sulle infrastrutture nel Modenese e in Emilia Romagna, cui ha partecipato anche Ivan Cicconi direttore dell’Istituto per la Trasparenza degli Appalti e la Compatibilità Ambientale. «Il nostro è un appello accorato alla Regione - ha spiegato il vicepresidente nazionale di Legambiente, Edoardo Zanchini - perché parta da questi presupposti per ripensare il nuovo Piano dei Trasporti che è in fase di adozione». «Il nostro non è un no pregiudiziale - ha sottolineato Alessandra Filippi, che guida Legambiente nel Modenese - ma la richiesta di rivedere progetti non adeguati. Per la bretella riteniamo condivisibile la realizzazione del primo stralcio, che metta in collegamento Rubiera con lo scalo merci di Cittanova, l’autostrada e poi la tangenziale di Modena. In questo modo si raccorda l’esistente, è assurdo realizzare ciò che non serve. Chiediamo invece di stralciare il tratto che corre parallelo al fiume Secchia investendo i fondi nella rivalutazione dell’ambiente fluviale. Riguardo la Cispadana, riteniamo indispensabile abbandonare il progetto dell’autostrada, sovradimensionata rispetto alle esigenze di collegamento del territorio. Meglio sarebbe riprendere il progetto del 2004 e realizzare una strada a scorrimento veloce utile a togliere il traffico dai centri abitati. Costerebbe la metà e l’impatto sarebbe molto più contenuto». «Occorre imboccare una strada diversa, si può se c’è la volontà - ha aggiunto Zanchini - anzichè rincorrere il modello lombardo che va insabbiandosi irrimediabilmente, meglio è seguire l’esempio di altre nazioni europee che hanno scelto di realizzare opere a misura del territorio, solo ciò che serve, non di più, finanziandolo con un sistema di pedaggio diffuso su tutte le arterie a prezzi diversi da quelli attuali e con un intervento sulle concessioni». A definire «spreco di risorse» le centinaia di milioni di euro che serviranno per finanziare le due opere contestate è Cicconi. «Quando si parla di Cispadana si parla di concessioni, cioè della privatizzazione di tutta la fase di costruzione; qui non si applicano i contratti pubblici, qui il controllo sull’esecuzione di appalti e subappalti ce l’ha il concessionario che è una società di diritto privato. Inoltre è un’operazione a debito; millantano investimenti pubblici per il 10% e il 90% di soldi privati, ma se si guarda bene si scopre che la società concessionaria è, sì di diritto privato, ma a maggioranza pubblica con gaudio delle banche supergarantite. Private sono invece le 40 e passa imprese di costruzioni che opereranno con affidamento diretto. Inoltre la Regione nasconde il contratto, dice che è riservato e non lo rende pubblico. Riguardo la bretella, il cui committente è Anas, siamo di fronte a un appalto integrato che, pur prevedendo l’affidamento della progettazione esecutiva e della realizzazione al vincitore di una gara pubblica, sfugge però ad alcune procedure rientrando nella Legge Obiettivo. Nel 2005 si era parlato di costi pari a 380 milioni di euro, ma dalle ultime stime pare che siano lievitati fino a 500 milioni. Uno spreco di risorse per opere sostanzialmente inutili»
di Claudia Benatti

Nessun commento:

Posta un commento