lunedì 29 ottobre 2012

NO MONTI DAY - LA PARTECIPAZIONE DEI TERREMOTATI MODENESI


Il Prc ha partecipato al NO MONTI DAY a Roma contro l’Europa del Fiscal Compact, dell’austerità e del rigore solo per alcuni, che ipoteca il nostro futuro imponendoci nei prossimi 20 anni tagli per 45 miliardi l’anno. Ma abbiamo partecipato anche come abitanti di un territorio terremotato che rivendicano una ricostruzione partecipata e finanziata al 100% dallo Stato. Noi non ci rassegniamo a vivere in un territorio impoverito, spopolato e buono solo per discariche, cave o per farci passare autostrade inutili.

All'interno video e foto della partecipazione modenese alla manifestazione.

Assieme al PRC ha partecipato alla manifestazione anche il Comitato dei terremotati modenesi Sisma.12 - Ricostruiamo la bassa dal basso.

Intervento del Comitato Sisma.12 dal palco di Piazza San Giovanni
La sfilata del Comitato Sisma.12 al corteo NO MONTI DAY a Roma
Le foto dei modenesi al NO MONTI DAY 

IL COMITATO SISMA.12 HA SFILATO A ROMA
dalla Gazzetta di Modena del 29/10/2012 - di Marcello Radighieri
Secondo le previsioni dovevano manifestare sotto una pioggia scrosciante, che li avrebbe accompagnati dalla partenza, in piazza della Repubblica, fino all’arrivo, sul prato di piazza San Giovanni. Invece Roma si è dimostrata ancora una volta all’altezza della sua fama: ad accogliere la trentina di modenesi, in gran parte terremotati, scesi nella capitale in occasione del No Monti day ha fatto capolino tra le nuvole un tiepido sole autunnale. A spingere i manifestanti ad aderire alla mobilitazione contro il governo e le sue misure d’austerity, accogliendo l’appello lanciato a livello locale dal Comitato “Sisma 12” e dal Partito di Rifondazione Comunista, sono state le “politiche inique dell’esecutivo dei tecnici, che per la prima volta nella storia italiana hanno stabilito che la ricostruzione non verrà finanziata al 100%”. «Premesso che riteniamo l’impalcatura istituzionale messa in campo per il terremoto potenzialmente valida, soprattutto per la scelta di coinvolgere le amministrazioni locali, denunciamo una sostanziale carenza di risorse» spiega Stefano Lugli, segretario provinciale di Prc. A cui fa eco Sandro Romagnoli, uno dei portavoce dei terremotati, che ritiene «assolutamente insufficienti i fondi stanziati dal governo. Per non parlare lo scandalo della ricostruzione finanziata fino all’80%». Una cifra che si discosta in modo sostanziale dalla realtà: «A causa di una serie di cavilli burocratici, oltre che di errori nella regolamentazione dei prezzi, i finanziamenti che vengono realmente concessi in alcuni casi non superano il 50% delle spese da sostenere». Destreggiandosi fra ordinanze e dichiarazioni più o meno ufficiali, il Comitato cerca proprio di spiegare ai cittadini della Bassa le mille complessità della ricostruzione, attraverso dibattiti settimanali aperti al pubblico. Dai rischi per il patrimonio urbano rurale, ai lucchetti alle tendopoli, fino a alla “questione Cispadana”: «Nonostante il disastro di fine maggio, che ha messo in ginocchio il nostro territorio, sono state fatte partire le procedure per la Valutazione di impatto ambientale. Come se nulla fosse successo», commenta Lugli. Sfilando dietro lo striscione “Giù le mani dalle nostre case – 100% per la ricostruzione”, i terremotati hanno ottenuto il loro obiettivo: dare visibilità nazionale alla loro battaglia.

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