Anche
Rifondazione Comunista ha presentato al Ministero dell'Ambiente la sua
osservazione in merito al progetto della autostrada Cispadana chiedendone la bocciatura.
Leggi il comunicato stampa con le motivazioni dell'osservazione e il testo integrale dell'osservazione.
In via generale Rifondazione Comunista contesta la scelta
della Regione di trasformare una struttura pensata originariamente a supporto
della viabilità ordinaria in una autostrada indirizzata prevalentemente al
traffico di transito (si arriva a teorizzare 44.000 veicoli al giorno). Una scelta che tradisce le aspettative
storiche della bassa modenese che in tal modo non solo non avrà una
struttura liberamente accessibile ed a supporto del suo territorio, ma si
troverà al contrario una barriera che ostacolerà pesantemente la viabilità
locale.
Per avere un idea sull'impatto della autostrada
Cispadana basta leggere i numeri:
- i territori interessati saranno attraversati da un
arteria lunga 67,7 km e larga 25 metri, che sarà solo per 46% a raso, essendo i
rimanenti tratti in rilevato (48%), in viadotto (4%) e in trincea
(2%),
- saranno
interrotte 42 strade della viabilità principale e 268 della viabilità
rurale, oltre ai percorsi interpoderali.
- per mitigare l'effetto "barriera" dovranno essere
realizzate diverse opere complementari fra cui 57 manufatti fra cavalcavia,
sottovia e viadotti (1 attraversamento ogni 850 metri!) e ben 77 km di
controstrade: ovvero per realizzare
un’autostrada di 67km si faranno strade per altri 77
km!
Tutto ciò
avrà conseguenze oggettivamente inevitabili e non
mitigabili:
- un’autostrada con un tracciato irrazionale, per
sinuosità e vicinanza ai centri abitati (si veda ad esempio il passaggio fra i
comuni di Concordia sulla Secchia e San Possidonio).
- un incremento del consumo di ghiaia e altri
materiali inerti. Tra l'altro a parte Modena nessuna delle altre provincie
interessate ha previsto poli estrattivi per la Cispadana.
- perdita irreversibile di terreni
agricoli
- incremento dell'inquinamenton atmosferico ed
acustico
- impatto sulla fauna: per la fauna terrestre si
prevede l'installazione di 71 manufatti di attraveramento dedicati ai piccoli
animali (ammesso che funzionino!) 1 ogni 10 km !.
- alterazione del paesaggio.
Rifondazione
Comunista denuncia inoltre la grave
mancanza di traparenza e di partecipazione con cui la Regione è giunta a
questa decisione: un’opera che andrà a modificare in modo così pesante ed
irreversibile il territorio ed il paesaggio giustificava una consultazione il
più possibile ampia e partecipata, invece (e
solo in seguito a sollecitazione formale
del Ministero) la Società Autostrada Cispadana si è limitata ad una semplice
consultazione telefonica, affidata ad un istituto di indagine privato e gestita
dal committente, che ha coinvolto appena 900 cittadini, con una palese mancanza
di trasparenza sia nella formulazione dei quesiti che nella individuazione dei
soggetti interpellati.
In conclusione per Rifondazione Comunista la Autostrada
Cispadana non risponde alle esigenze di mobilità locale e stravolge l'assetto
viario e paesaggistico del territorio interessato che viene ad essere
irreversibilmente compromesso. E tutto ciò per discutibili scelte indirizzate a
sostenere il traffico autostradale sulle lunghe percorrenze, indirizzate cioè ad
un ulteriore ed anacronistico sviluppo del trasporto su gomma.
Per questi motivi abbiamo inviato una
articolata osservazione tecnica al Ministero dell’Ambiente chiedendo l'emissione di un parere sfavorevole
all’autostrada Cispadana.
Stefano Lugli – Segretario PRC
Federazione di Modena
Per chi vuole saperne di più questo è il testo integrale dell'osservazione inviata al Ministero dell'Ambiente
Modena, lì 06/12/2012
Alla c.a.
Ministero dell’Ambiente e della Tutela
del Territorio e del Mare
Direzione Generale per le Valutazioni
Ambientali
Via Cristoforo Colombo, 44
00147 Roma
P.c.
Regione Emilia Romagna
Servizio Valutazione impatto e
promozione sostenibilità ambientale
Viale della Fiera, 8
40127 Bologna
Società Autostrada Regionale Cispadana SpA
Via dell’Arcoveggio, 49/5
40129 Bologna
AUTOSTRADA REGIONALE CISPADANA dal
casello di Reggiolo – Rolo sulla A22 al casello di Ferrara sud sulla A13, codice c.u.p. E81 B08000060009 –
OSSERVAZIONE.
La
presente osservazione si basa sul progetto definitivo ed in particolare sulla
relazione di sintesi dello STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE (fra parentesi è
indicato il riferimento al numero di pagina della relazione rispetto alla quale
si avanza osservazione).
In
via generale si osserva che la scelta della Regione Emilia Romagna di passare
da una struttura di viabilità ordinaria, cioè liberamente accessibile, e quindi
a supporto del territorio, ad una autostrada che si pone invece come una
barriera che il territorio lo attraversa, va a snaturare le previsioni del
precedente PRIT e le aspettative delle realtà locali, che dovranno subire il
passaggio di una struttura rispondente a ben altre finalità rispetto al
miglioramento della viabilità locale. Infatti i territori interessati saranno
attraversati da una struttura prevalentemente dedicata al traffico di transito
e questa scelta va a contraddire l’obiettivo, ripreso dallo stesso SIA, di garantire
invece "massimi livelli di accessibilità" a fronte di un
elemento di criticità individuato nella "accessibilità di percorsi e
merci alla rete diffusa delle relazioni territoriali e dei servizio” (pag.
10).
Questa
contraddizione di fondo emerge dallo stesso tracciato dell'autostrada, che per
sinuosità e vicinanza ai centri abitati (si veda ad esempio il passaggio fra i
comuni di Concordia sulla Secchia e San Possidonio, pag. 154) è palesemente
riconducibile ad un progetto che originariamente aveva invece ben altra portata
e finalità, ovverosia un miglioramento della viabilità ordinaria, a supporto
della rete locale.
Oggi
questo percorso viene invece tramutato in un tassello della rete autostradale
nazionale e regionale, andando in tal modo a stravolgere le sue funzionalità e
le sue relazioni col territorio interessato.
Inconsistente
anche la motivazione di un aumento generalizzato del traffico su strada,
fenomeno che si vorrebbe addebitare anche ai territori interessati, quando
questi sono oggetto di un’arteria di attraversamento che porta traffico indotto
in aggiunta al traffico locale. Premesso che la viabilità su strada dovrebbe
semmai essere strategicamente contenuta e non incentivata, teorizzare un
incremento del traffico sino a 24.000 veicoli al giorno nel 2017 e 44.000
veicoli al giorno nel 2030 (pag. 181) appare azzardato e privo di fondamento
stante anche l’attuale rallentamento economico.
Conseguenza
di questa di questa scelta è che i territori interessati saranno attraversati
da un arteria lunga 67,7 km con una larghezza di 25 metri (trattandosi di
autostrada di categoria A ai sensi del DM 5.11.2001), che sarà solo per 46% a
raso, essendo i rimanenti tratti in rilevato (48%), in viadotto (4%) e in
trincea (2%). Dovranno inoltre essere realizzate 2 aree di servizio e 4
autostazioni.
L’impatto
negativo che inevitabilmente tale opera avrà appare evidente, in particolar
modo sul sistema della viabilità locale, sul paesaggio e sul consumo di risorse
non rinnovabili, situazione che emerge dalla lettura della stessa relazione
dello SIA:
"Nel
complesso si può ritenere che l'impatto maggiore sia determinato dal consumo di
risorse non rinnovabili, visto che i fabbisogni di inerti risultano
significativi. Di discreta entità è anche l'impatto connesso con il consumo di
suolo definitivo, nei tratti in cui è prevista la realizzazione
dell'infrastruttura" (pag. 111). Su questo aspetto sottolineiamo che nelle province di Bologna, Reggio Emilia e Ferrara
nessun PIAE prevede poli estrattivi per tale opera (pag. 45).
E
ancora:
"Per
quanto riguarda gli impatti legati alla fase di esercizio la nuova autostrada
determinerà la produzione di emissioni in atmosfera, di emissioni di rumore e
la produzione di reflui per le acque di dilavamento della piattaforma stradale.
La presenza sul territorio dell'infrastruttura avrà inoltre degli effetti sulle
componenti biotiche, in particolare nei confronti della fauna terrestre,
rappresentando una barriera potenziale agli spostamenti, principalmente nei
tratti a raso e in rilevato. La sottrazione di suolo e la nuova destinazione
d'uso avranno effetti in particolar modo sull'attività agricola attualmente
presente." (pag. 173)
Per
quanto riguarda la mobilità locale sempre lo SIA ammette la necessità di
"mitigare la funzione "chiusa" dall'autostrada a beneficio di
una domanda di mobilità locale contraddistinta da spostamenti frequenti e di
corto raggio" (pag. 11) e a tale scopo si prevedendo non a caso
numerose opere viabilistiche complementari: ben 77 km di controstrade e 57
manufatti fra cavalcavia, sottovia e viadotti (1 attraversamento ogni 850
metri) per consentire la continuità a 19 percorsi della viabilità principale,
23 della viabilità comunale e 15 della viabilità interpoderaele. (pag. 148).
Tutto ciò tra l’altro da un lato non potrà risolvere tutte le situazioni
coivolte, ricordiamo che l'autostrada andrà ad interrompere 268 strade
campestri della viabilità rurale (pag. 123), e dall’altro andrà ad aggravare il
già di per se significativo consumo di suolo.
L'oggettiva
impossibilità di mitigare i danni irreversibili apportati dall'opera emerge
quando si rovescia completamente il concetto di tutela del paesaggio arrivando
a teorizzare la realizzazione di un "Nuovo paesaggio contemporaneo"
(pag. 150), che si vorrebbe arricchito non solo dall’autostrada e dalle
relative infrastrutture di servizio e di completamento, ma anche da cosiddetti
interventi di "valorizzazione" (pag. 153) per nulla pertinenti con la
viabilità e proposti di fatto come banali palliativi: “elementi informativi per
la fruibilità lenta e consapevole del territorio”, “landmarks”, ecc..
Un
ulteriore aggravante dell'effetto barriera è rappresentata dall’impatto sulla
fauna, che risente negativamente già per la sola presenza di una infrastruttura
di questa portata, sia per le specie terrestri, per molte delle quali
costituirà un ennesimo ed invalicabile ostacolo, sia per i volatili che
subiranno l’impatto dei numerosi pannelli in vetro previsti per mitigare
l’inquinamento acustico (pag. 203).
Per
quanto riguarda la fauna terrestre si prevede l’installazione di 71 manufatti
per favorire l'attraversamento della fauna (pag. 189), cioè un tunnel ogni 10
km circa. Ammesso e non concesso che simili strutture possano davvero
funzionare una tale distribuzione sarà assolutamente inutile, soprattutto per
gli animali che maggiormente si aspetta li utilizzino, erpetofauna e
micromammiferi le cui metapopolazioni sono formate da agglomerati di animali il
cui range territoriale è sull'ordine delle centinaia di metri.
Infine
si rileva, nonostante non vi sia alcun obbligo istituzionale ad effettuare una
specifica consultazione pubblica sul merito dell’opera, una grave carenza sul
piano della trasparenza e dell’informazione ai cittadini. Solo in seguito alla
sollecitazione formale del Ministero in tal senso, con parere del 13.07.2011, Società
Autostrada Regionale Cispadana SpA ha optato per una consultazione telefonica,
affidata ad un istituto di indagine privato, che ha coinvolto appena 900
cittadini, con una palese mancanza di trasparenza sia nella formulazione dei
quesiti che nella individuazione dei soggetti interpellati.
In
conclusione si osserva:
-
che la scelta di trasformare in autostrada un percorso nato per la viabilità ordinaria
non risponde alle esigenze di mobilità locale. La nuova arteria autostradale,
collegandosi al territorio solo in corrispondenza dei caselli, contraddice le previsioni e le aspettative
storicamente espresse dalle comunità locali e stravolge l'assetto viario e
paesaggistico del territorio interessato che viene ad essere irreversibilmente compromesso.
E tutto ciò per discutibili scelte, svincolate dalle oggettive necessità del
territorio, indirizzate anacronisticamente ad un ulteriore sviluppo del
trasporto su gomma.
-
che l'impatto ambientale in termini di inquinamento atmosferico, inquinamento
acustico, alterazione del paesaggio, consumo di suolo agricolo, consumo di
inerti, interruzione delle biocenosi è oggettivamente insostenibile per il
territorio e non mitigabile.
Si
chiede, pertanto, l'emissione di un parere sfavorevole sulle risultanze dello
Studio di Impatto Ambientale e di conseguenza di evidenziare l’incompatibilità
dell’opera in oggetto nei confronti dei sistemi territoriali (ambientale,
insediativo, infrastrutturale) in cui si inserisce.
Stefano Lugli – segretario PRC
Federazione di Modena
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