domenica 21 luglio 2013

GEOVEST DEVE RIMANERE INTEGRALMENTE IN MANO PUBBLICA

Presto arriverà in Consiglio comunale a Finale Emilia la delibera per la parziale privatizzazione di Geovest attraverso la cessione del 20% del capitale sociale della società a favore di un socio privato. Di fatto ci troviamo di fronte ad una scelta che si contrappone all'esito referendario, che a giugno 2011 ha visto prevalere l'opzione pubblica e senza scopo di lucro nella gestione dei servizi pubblici essenziali, come appunto il ciclo dei rifiuti.

Tra l'altro ci troviamo di fronte a un secondo tentativo di privatizzazione: i Comuni soci, quindi anche il Comune di Finale Emilia, con Sindaco Soragni, avevano gia proceduto ad approvare la privatizzazione di Geovest (assieme a SorgeAqua) nel dicembre 2010, per poi ritirare le delibere nel settembre 2011 a seguito della vittoria referendaria. Ora a distanza di quasi 3 anni ci riprovano.

Quale futuro per Geovest? Il progetto di privatizzazione di Geovest direttamente da sito della società del ciclo dei rifiuti.

Questa la nota stampa congiunta delle Federazione di Modena e Bologna di Rifondazione Comunista in merito alla privatizzazione di Geovest:

Geovest deve rimanere integralmente in mano pubblica
Geovest è una società a capitale interamente pubblico di cui fanno parte 11 comuni (Anzola, Argelato, Calderara, Castel Maggiore, Calderara di Reno, Crevalcore, Finale Emilia, Nonantola, Ravarino, Sala Bolognese, San Givanni in Persiceto, Sant’Agata Bolognese).
Attualmente tale società ha per oggetto principale il servizio di gestione integrale dei rifiuti,lo spazzamento, il lavaggio e la pulizia delle strade.
In queste settimane si sta decidendo la sua parziale privatizzazione senza che vi sia alcun obbligo normativo o ragione economica che giustifichino questa scelta, anzi e se del caso, Geovest ed il suo assetto societario integralmente pubblico garantiscono pienamente lo svolgimento dei servizi in economia e la prossimità di questi ultimi ai destinatari degli stessi cioè ai cittadini.
Che sia dunque una scelta discrezionale del management (di cui fanno parte le undici amministrazioni comunali) tutta tesa ad avallare il sistema di privatizzazione dei servizi pubblici locali è evidente, poiché dal punto di vista delle norme della concorrenza, gli appalti in house sono preservati essendovi delega interorganica tra ente aggiudicatore e servizio prestato.
È pertanto necessario frenare questa ulteriore forzatura che cede ai ai privati i servizi pubblici in nome e per conto esclusivamente di un sistema, quello liberista, che vuole mercificare i territori ed il loro sistema di funzionamento.

Stefano Lugli Segretario federale PRC Modena
Laura Veronesi Segretaria federale PRC Bologna

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