Finale
Emilia, lì 09/09/2013
Al Sindaco Fernando Ferioli
Al Presidente del Consiglio Comunale
Michele Scacchetti
Ai Capigruppo
OGGETTO: INVIO PROPOSTA DEL PRC DI ORDINE
DEL GIORNO URGENTE CONTRO L’INTERVENTO MILITARE IN SIRIA PER L'ESAME E
L’APPROVAZIONE DA PARTE DEL CONSIGLIO COMUNALE DI FINALE EMILIA
Ordine del giorno
Premesso che
l’art.
11 della Costituzione della Repubblica Italiana recita: “L’Italia ripudia la
guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di
risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di
parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un
ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e
favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”;
la
crisi economica ha acuito i contrasti accentuando la lotta per il controllo
delle materie prime, dei mercati e delle zone d’influenza strategiche e la
guerra commerciale si appresta a diventare guerra militare;
Considerato che
l’attuale
tragica situazione in Siria è anche il prodotto della violazione dell’embargo
sulle armi operato dai Paesi produttori a cominciare dall’Italia che risulta
essere il primo Paese europeo venditore di armi alla Siria;
vi
sono molti dubbi sulla fondatezza delle argomentazioni utilizzate in queste ore
dal governo USA per giustificare un intervento armato;
in
merito all’utilizzo di armi chimiche e di distruzione dei massa da parte del
regime di Assad, per esempio, il magistrato Carla del Ponte, membro della
commissione d’indagine sulla violazione dei diritti umani in Siria, ha
dichiarato alla televisione svizzera che “è evidente che il sarin, un gas
nervino paralizzante, è stato usato dai guerriglieri dell’opposizione”;
dai
satelliti russi invece sono state rilevate le foto, consegnate alle Nazioni
Unite, che testimoniano il lancio di missili armati con testate chimiche da
parte dei ribelli che si oppongono al regime, vicini alle organizzazioni
estremistiche islamiche e ad Al Quaeda;
alla
base delle proteste popolari in Siria forte impatto hanno avuto le politiche
economiche adottate dal 2005 dal governo siriano che hanno prodotto un aumento
della polarizzazione sociale, la crescita dell’emarginazione nelle periferie di
Damasco e il peggioramento delle condizioni di vita della popolazione;
la
legittima, anche intransigente, domanda di progresso sociale ed economico, di
giustizia, di lotta contro sistema nepotista e autoritario del regime di Assad,
non può essere confusa con il sostegno alle politiche terroristiche di chi
progetta di insediare in Siria un grande emirato su base islamica
fondamentalista;
per
la mancata risoluzione di questioni decisive come il diritto del popolo
palestinese alla propria terra e il diritto del popolo kurdo al riconoscimento
di un proprio status minano la credibilità dell’ennesimo intervento militare
occidentale legittimato sulla base di considerazioni “umanitarie”;
l’esperienza
dell’Iraq purtroppo insegna che dopo l’intervento militare e l’abbattimento del
precedente regime le comunità cristiane hanno subito e stanno subendo una
permanente persecuzione;
in
Siria, paese con una lunga tradizione di convivenza tra religioni, le milizie
jihadiste stanno portando avanti fin dall’inizio della guerra civile un
sistematico attacco ai cristiani e alle loro chiese;
IL CONSIGLIO COMUNALE DI FINALE EMILIA
Allarmato
dal
precipitare della situazione con il rischio che una vera e propria aggressione
alla Siria inneschi un conflitto globale, con il coinvolgimento di Israele, Turchia
Iran, con coinvolgimento anche del nostro Paese, che potrebbe, anche senza il
mandato ONU, diventare territorio per le azioni militari e quindi
conseguentemente bersaglio;
ricordando
inoltre che il nostro Paese è impegnato con 1200 militari nella missione Unifil
in Libano in funzione di cuscinetto tra Israele ed Hezbollah e che l’attacco
alla Siria, avendo gravi conseguenze anche sul Libano, rischia di coinvolgere
direttamente il nostro contingente in probabili scontri armati o ritorsioni;
fa proprio
l’appello
di Papa Francesco “per la pace in Siria, in Medio Oriente e nel mondo intero”:
“non è mai l’uso della violenza che porta la pace, la guerra chiama guerra, la
violenza chiama violenza”, con l’invito alle parti in conflitto a
“intraprendere con coraggio e decisione la via dell’incontro e del negoziato,
superando la cieca contrapposizione”;
esprime
l’assoluta CONTRARIETÁ all’intervento militare in
Siria e chiede il rispetto da parte del Governo italiano dell’art. 11 della
Costituzione, sol
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