Per approfondire:
Abbiamo accolto con grande favore
(dopo che l’abbiamo sollecitato in più occasioni) il percorso di ricostruzione
partecipata promosso dall’Amministrazione comunale, perché la ricostruzione di
un paese è un compito così impegnativo che tutti devono
essere messi nelle condizioni di portare idee e proposte per costruire in modo
condiviso il paese che lasciamo alle prossime generazioni.
Detto questo non possiamo
nascondere i limiti temporali e di metodo che il percorso partecipato presenta,
limiti che rischiano di rendere vano lo sforzo di partecipazione che molti
cittadini stanno mettendo in gioco. Proviamo schematicamente a spiegarne le
ragioni:
Gli strumenti normativi: il Comune è chiamato ad approvare entro la
fine dell’anno il Piano della Ricostruzione, uno strumento urbanistico che ha
l’obiettivo di favorire la ricostruzione definendo le modalità con cui realizzare
interventi urbanistici che andranno a determinare le future trasformazioni
fisiche e funzionali del nostro territorio (delocalizzazioni e accorpamento di
edifici, riduzione e spostamento di volumetrie, ecc...). Questo sarà l’atto che
disegna la Finale Emilia del futuro, ed è evidente che i tempi sono talmente
ristretti da non rendere fattibile una reale partecipazione dei cittadini nel
processo decisionale.
E il piano regolatore? Finale Emilia ha un Piano Regolatore del
1999 ormai superato dagli eventi e non è pensabile affrontare la ricostruzione
senza un disegno urbanistico a monte che definisca i luoghi da recuperare, i
servizi pubblici da valorizzare e le aree da dedicare a nuove costruzioni. Il
Piano della Ricostruzione avrebbe quindi dovuto essere redatto in parallelo con
un nuovo Piano Regolatore, ed entrambi affiancati da un serio percorso
partecipato. La giunta su questo terreno ha perso mesi preziosi (e li ha persi
già da prima del sisma), e oggi il rischio che corriamo è che negli anni nasca
un paese “disordinato”, che risponde non ad interessi collettivi calibrati con
una visione di lungo periodo, ma bensì ad interessi speculativi e particolari
che rispondono solo alle esigenze dell’oggi.
Temi e modalità della partecipazione: la partecipazione è efficace
se fatta quando serve e se permette una discussione libera sulla struttura del
paese. Per questo crediamo sia un limite, da un lato aver recintato la
discussione per temi separati e, dall’altro escludere dal confronto temi cruciali
come il futuro dell’ospedale o delle scuole, o le ricadute di scelte come autostrada
cispadana e riconversione ex zuccherificio.
Noi ci saremo: detto questo Rifondazione Comunista di Finale Emilia
farà la sua parte. Come forza politica non ci sottraiamo alla responsabilità di
offrire alla città e al Consiglio comunale una riflessione sul difficile compito
di pensare al domani, alla città che dobbiamo ricostruire e alle possibili
alternative che diverse tipologie di ricostruzione potrebbero mettere in campo.
Con altrettanta chiarezza diciamo però che nel momento in cui ci accorgiamo che
le scelte fondamentali per il futuro del paese sono già state stabilite non rimarremo
spettatori di un’operazione funzionale ad avvallarle con una spruzzata di
partecipazione. Non saremo la foglia di fico delle decisioni assunte in altri
luoghi che non siano quelli del percorso partecipato.
Stefano Lugli
Rifondazione Comunista Finale Emilia
Stefano, ci stavo proprio pensando in questi giorni... ma quando si inizierà 'sto percorso partecipato? Se i tempi sono quelli che hanno detto non resta molto tempo e mi pare che siano cosette piuttosto complesse che non si fanno in un incontro e basta... sono molto perplessa. Ciao, Sonia
RispondiElimina