È stata inviata una diffida a Regione, Provincia e Comune per chiedere di bloccare l'autorizzazione alla riconversione in centrale elettrica dell'ex zuccherificio non essendo mai partito il cantiere che doveva iniziare i lavori il 13 maggio 2013.
Abbiamo spedito una Diffida
extragiudiziale alla Regione Emilia Romagna, alla Provincia di Modena ed al
Comune di Finale Emilia perché rivedano gli atti autorizzativi per la
costruzione della centrale elettrica a biomassa di riconversione dello
zuccherificio di Finale E.
È stata firmata da Vittorio
Ferraresi, Carlo Valmori, Maurizio Poletti ,Stefano Lugli ,e Maurizio
Boetti, lo abbiamo voluto fare come cittadini, prima che come forze
politiche, perché è come cittadini che si andrà a subire le conseguenze di tale
scellerato progetto, noi come chiunque altro.
Un inceneritore che peggiorerà la
condizione ambientale e quindi la salute di tutti, nell’indifferenza e nella compiacenza
delle amministrazioni pubbliche che assecondano gli interessi economici di
pochi imprenditori senza scrupoli che hanno come loro esclusivo tornaconto
l’accesso alle risorse pubbliche per meri fini economici, nell’assoluta
indifferenza delle conseguenze collettive.
Non esiste alcuna filiera del
sorgo da fibra, le autorizzazioni rilasciate non tengono conto del mancato
Accordo di filiera con gli agricoltori, e riconoscono per tale un finto accordo
con alcune associazioni agricole.
L’impianto doveva essere
alimentato “esclusivamente con materie
prime di origine agricola del territorio”, così recita l’accordo del 2007, ed
ora si impara che il sorgo sarà tutt’al più attorno al 25% del combustibile
incenerito.
Al
suo posto verrà bruciato paglia, stocchi di mais, potature e canne provenienti
dalla pulizia dei fossi, quindi anche rifiuti.
Il
termine ultimo per l'inizio lavori di costruzione della centrale, per non far
decadere l’autorizzazione provinciale, era il 13 maggio 2013, si è dichiarato e
si vuol far credere che i lavori siano iniziati il 6 maggio 2013, quando ciò
non è in realtà mai avvenuto.
La
costruzione non è mai cominciata, l’autorizzazione è decaduta, quindi la
centrale non può essere costruita.
Riteniamo
che le amministrazioni locali non stiano facendo il proprio dovere, pertanto e
per ora abbiamo inteso metterle sull’avviso dei fatti evidenziati, con questa
Diffida, alla quale, in mancanza di interventi che ripristinano la legittimità
degli atti, si procederà in ogni sede giudiziaria per la tutela del diritto,
dell’ambiente e della salute dei cittadini.
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