La nascita e lo sviluppo nel corso degli anni di Geovest, così come di Sorgea, due società completamente pubbliche, controllate dai Comuni soci, si sono rilevate scelte eccellenti in controtendenza al monopolio privatistico di HERA, ormai fuori dal controllo non solo dei cittadini ma anche degli stessi Comuni aderenti.
Con questa decisione
voluta dalle Amministrazioni del bacino Geovest e dal Pd si introduce il
concetto di profitto con la realizzazione di utili e si concedono ampi e
pericolosi poteri decisionali al socio privato, che sì entra con un 20%, ma
al quale spetterà l'ultima parola sulle decisioni della futura società esprimendo
il ruolo di Amministratore delegato: così è fuori discussione che si
snatura completamente l’attuale modello societario e il pubblico diventerà un
semplice spettatore di decisioni altrui in nome del Dio Mercato.
I privati che investono risorse in queste società
lo fanno solo per ottenere profitto, cercando di guadagnare il massimo
investendo il minimo e questo lo
si produce solo in due modi: o riducendo e peggiorando la qualità del servizio,
anche tramite tagli di posti di lavoro, oppure aumentando le tariffe ai
cittadini.
È una scelta grave che tradisce l’esito
referendario sui beni comuni del 2011, quando 27 milioni di italiani approvarono l’opzione pubblica e senza
scopo di lucro nella gestione dei servizi pubblici essenziali, come appunto il
ciclo dei rifiuti. Il mancato coinvolgimento dei vari Comitati Beni Comuni e
dei cittadini su questa decisione così impegnativa, rafforza il nostro parere
negativo, ritenendo che un altro percorso fosse possibile.
Noi, a differenza
del PD e del centro destra, i quali hanno sposato in toto le privatizzazioni
come unica ancora di salvezza per il Paese, riteniamo invece che occorra
rafforzare il ruolo del pubblico, la responsabilità dei Consigli Comunali, attraverso la trasformazione societaria in
Ente di Diritto Pubblico, nel quale far vivere nuove forme di
partecipazione attiva dei cittadini e un modello gestionale con valutazioni dei
risultati e bilanci pubblici e trasparenti, in cui le comunità possano decidere
la modalità di gestione dei beni comuni fuori dalle logiche di mercato.
Vogliamo rilanciare il ruolo del PUBBLICO
nell’economia, non SVENDERE il nostro patrimonio, proprio e soprattutto in un momento storico come
questo, in cui la crisi sociale ed economica attanaglia la vita di milioni di
persone.
Inoltre siamo fortemente preoccupati per il futuro
dei dipendenti della società Geovest, una risorsa, un patrimonio di esperienze e professionalità, che sono la
parte più debole nel processo di privatizzazione.
Riteniamo perciò
che Geovest debba continuare ad operare come società pubblica e chiediamo ai
Sindaci, promotori di questa scelta privatistica, di recedere dalla decisione
presa trasformando Geovest in un Ente di Diritto Pubblico fuori da logiche di
mercato.
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